Lo spettacolo si svolgerà all’interno del padiglione vetrato nel giardino di Villa Necchi Campiglio, dove Il gruppo di performer comporrà un nuovo ambiente coreografico, protetto e allo stesso tempo esposto, tra le vetrate della struttura, in dialogo perpetuo e continuativo con il tema della mostra e con le 12 installazioni che narrano di un “vuoto che diventa pieno, del pieno che semplicemente sparisce”.
Il pubblico potrà osservare la performance dall’esterno, dove lo spettatore diventerà l’osservatore curioso. Questa scelta vuole raccontare del passaggio dal linguaggio articolato ed esatto di ogni corpo a un sistema di movimento tutto proiettato su ciò che c’è fuori dal corpo: questo è il transito che rivela la natura avventurosa di ogni danza.
Questa performance nasce non solo per rivelare l’interno ma, soprattutto, per esplorare e reinventare l’esterno, cioè il luogo dove esistono gli altri: il mondo. Proprio questo è stato il focus del percorso con gli allievi/performer: l'eliminazione del movimento per il movimento e lo svuotamento della propria individualità per mettersi al servizio di un sistema esterno: l’osservatore - pubblico
Il movimento diventa quindi una lingua grazie alla quale entrare in relazione/comunicazione con ciò che sta fuori. Una volta sviluppato l'alfabeto di sequenze, gesti, e segni che creano i presupposti per la danza, i performer possono dissolverne la grammatica in una coreografia ambientale e atmosferica, che dialoga col vuoto.