la danza è una faccenda di mobilità e di trasporto.
bisogna caricarsi letteralmente le persone in macchina, trasbordarle.
discutere di eventuali tragitti.
negoziare le traiettorie è il senso di una coreografia che abita il parcheggio, il luogo della sosta che aspira a diventare il centro di una mobilità gratuita ma non autoriferita. anche se auto. sali in macchina e seleziona il tuo punto di vista. un pò più a destra grazie.
tentiamo di produrre una forma-tragitto difficile da contenere in un unico punto di vista, perché sollecitata da più parti
il luogo scelto, lo spostamento, diventa l'azione stessa; l'azione diventa gesto intenzionale che crea una relazione precaria tra il performer, il luogo e lo spettatore in un indagine esplorativa attraverso un processo di apprendimento x tradurre e rimandare l'informazione.
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il progetto parte da un'idea di consumo, di attacco, di azione, di spostamento
si muove attraverso una dislocazione ritmo/fisica/spaziale che si associa ad un panorama urbano ma che ne prende le distanze in termini di risultato e che avanza in termini di azione e sovrapposizione che si dissolve velocemente x ridefinire un altro spazio in un altro luogo e in un altro tempo, creando un habitat che diventa luogo di apprendimento e adattamento attraverso una complessità anatomica.
si prendono le distanze da tutto ciò che il paesaggio urbano tende a stabilizzare x avanzare zoppicando in un balbettio.
è a partire dall'azione che si costruisce e definisce uno spazio e lo si complica; ne definisce il progetto e predefinisce una progettualità.
il luogo scelto, lo spostamento, diventa l'azione stessa; l'azione diventa gesto intenzionale che crea una relazione precaria tra il performer, il luogo e lo spettatore in un indagine esplorativa attraverso un processo di apprendimento x tradurre e rimandare l'informazione.