COMFORT
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una produzione ZTLpro/Angelo Mai, MK08
in collaborazione con CanGo Cantieri Goldonetta Firenze.

di Philippe Barbut, Lorenzo Bianchi, Biagio Caravano, Jannick Da Sousa Mendes, Michele Di Stefano, Cristina Rizzo.

Si ringrazia il Centro Enea per rifugiati e richiedenti asilo di Roma.
debutto 3-4 maggio 08, Teatro Palladium Roma
durata 50'


Costruire e danzare: le azioni più strutturate ed ergonomiche cercano un punto di rottura che coincida con uno spazio aperto e lo trovano a partire da attitudini domestiche.
Abitare è flirtare con il disastro.
Comfort è uno spettacolo 'geografico' che attraversa dei territori senza mappa. Lo spazio non è acquisito ma determinato nell'instabilità; lo si scarta senza conoscerlo, come si scarta un regalo. Il percorso è organizzato su decisioni da prendere una dopo l'altra, in una condizione esplorativa che non si placa nell'attraversamento delle forme ma tende al cambiamento costante e alla mobilità assoluta. L'identità dinamica è costruita attraverso il disfacimento delle proprie compostezze nell'altro ed è per compensare questo continuo trasloco di sé che ci si ritrova a subire una strana attrazione verso il codice, il geroglifico, il folklore.
E' uno spettacolo che indaga il senso di appartenenza che il corpo cerca fuori da sé, nel suo movimento verso l'esterno, outdoors, o comunque al confine tra ciò che è casa e ciò che è campo aperto. In ogni caso la spedizione avviene nell'immanenza del crollo.
La danza costruisce la presenza, rende possibile l'adattamento al mondo esterno, dove sfrecciano altri corpi e altri progetti. Ogni attacca del movimento è una fondazione e un crollo.
La coreografia esplora il tempo attraverso una successione di enunciazioni e scomparse di sé, delle quali la complessità anatomica diviene pura funzione. La coreografia stessa scompare e lo spettacolo è ciò che rimane – grossomodo il corpo.

TOURISM
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una produzione La Biennale di Venezia, Mk ed Esc electro-acoustic synthesis crew
in collaborazione con CanGo Cantieri Goldonetta Firenze e Xing.

con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Laura Scarpini
ESC: Lorenzo Bianchi, Michele Tadini
luci: Vincenzo Dente
collaborazione scientifica: Stefano Osnaghi
coreografia: Michele Di Stefano

durata 45'


TOURISM è stato commissionato dalla BiennaleDanza di Venezia per l'edizione 2006 del festival, incentrata su argomenti neuroscientifici e su domande relative ai rapporti tra corpo-anima-mente-cervello.
Il contributo di MK a queste ricerche si riferisce alla danza come azione di apprendimento e conoscenza, piuttosto che sequenza di segni da registrare.
I corpi costruiscono spazi di relazione tra di loro, concentrandosi su tentativi di condivisione delle scelte di movimento, secondo il principio dell'aggancio di fase, il fenomeno per il quale amanti, bambini con malfunzioni respiratorie, grilli, cicli mestruali e neuroni tendono tutti a sincronizzare le proprie frequenze in circostanze particolari. Il fatto stesso di avere sempre qualcosa da scambiare, di dover costantemente fare riferimento a ciò che è fuori da sé (anche semplicemente come orientamento interno) rende un corpo differente, lo illumina di un'attività pura che ha molti tratti in comune con il gesto atletico sportivo ed una strana assonanza con l'identità del turista contemporaneo. Durante il lavoro preparatorio dello spettacolo, mentre i corpi cercavano incessantemente di uscire dai propri schemi di movimento per rendersi disponibili all'incontro con gli altri, è emersa infatti l'immagine del turista come agente di un percorso di conoscenza socialmente assistita e protetta. A ben veder si tratta di un'attività assai predeterminata e condizionata dalla nostra organizzazione sociale e territoriale, immessa com'è in un sistema di mappe e percorsi dai quali è sempre più difficile uscire, per cui troppo spesso ci muoviamo per vedere ciò che conosciamo già ed in questo riconoscere ricaviamo il nostro piacere.
Analogamente, le mappe della nostra reattività corporea rispondono perlopiù a schemi preconfezionati, condizionati sì dall'efficienza ma anche dalla convenzione.
Questi danzatori non si riconoscono tra loro ma si organizzano per conoscersi; per farlo, devono immergersi nel mistero della funzionalità di movimento e provare a ridisegnarne i confini di modo che la vicinanza dell'altro possa costituire motivo di continuo spaesamento.
A volte goffi, a volte concitati, spesso perplessi, non rimane loro che dedicarsi all'azione; o meglio, a quel momento fondamentale dell'azione che è la scelta del tempo di accesso al movimento.
La nostra scommessa è che un corpo così occupato – che non rimanda ad altro se non alla propria continua ridefinizione di intenti – possa agganciare lo spettatore, tenerlo sospeso in un altrove non ancora riconosciuto dalla cartografia.

HAPPENED
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produzione mk 08
in collaborazione con Xing
Dal prototipo WASTEDintuizioni sul mondo in attesa che diventino una costruzione compiuta


Un gruppo di performer si immerge in un ambiente per abitarlo. L'ambiente può avere fogge e dimensioni assai diverse, può essere in interni o in esterni, purchè sia possibile pernottarvi e lavorare indisturbati.Ad ognuna dei performer invitati viene chiesto di costruire un proprio spazio privato sotto forma di baracca/capanna/igloo/qualsiasi forma ritenga opportuna per il pernottamento e l'azione.
L'ambiente ricreato viene aperto al pubblico nella parte finale dell'esperimento abitativo mostrandosi come agglomerato spaziotemporale; le tracce dell'esperimento abitativo sopravvivono nell'incontro con il pubblico.Si costruisce un prototipo di habitat precario - allo stesso tempo domestico e selvaggio - e se ne considerano tutti i disequilibri, generatori di principi ergonomici della sopravvivenza.Le azioni proposte dai performer durante la permanenza nello spazio (lavoro di costruzione – comunicazione e collaborazione con altre unità abitative – esperimenti performativi, intuizioni e ritualità corporee, solitudini) si dilatano e qualificano nel tempo, corrompendosi con la visibilità esterna.L'incontro avrà un andamento caotico; le attività di costruire, danzare, abitare vengono dislocate secondo un piano regolatore flessibile, che smussa ogni accento rappresentativo.Interno ed esterno coincidono – o meglio – collassano l'uno sull'altro.Ogni volta che passo su uno svincolo autostradale mi meraviglia il vasto prato o la montagnola che fungono da spartitraffico e mi sembra sempre di avere davanti agli occhi il luogo ideale per una fondazione.



aprile 08
Sottopasso Ugo Bassi/Marconi, Bologna
WASTED- intuizioni sul mondo in attesa che diventino una costruzione compiuta

ideazione mk
con Lorenzo Bianchi, Cristina Rizzo, Marcello Maloberti, Sinistri, Marco Mazzoni, Flavio Favelli, Cuoghi & Corsello, MK + extra.
produzione F.I.S.Co. 08 Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo - Universal Cosmic Murmur

Abitare in un sottopasso metropolitano per 48 ore
Che tipo di contributo possono apportare queste unità ad un piano regolatore della favela temporanea?
Che tipo di comunicazione è possibile instaurare a partire dal fatto che l'esterno risulta contemporaneamente un FUORI da sé e un DENTRO un progetto collettivo? (Where is my mind?)
La dinamica permette di sperimentare comunicazioni con altre unità abitative e di vagare nel paesaggio che si sta compiendo senza progetto (Walkabout). Lo stare fuori si corrompe immediatamente con la visibilità ma ogni progettualità può essere privata di accento rappresentativo senza perdere di ambiguità (What?)
La dinamica potrebbe potenziare intuizioni personali del performer in merito alla ritualità corporea della propria solitudine, eccetera (Wake).
Un processo corruttibile di discesa/risalita: il sottopasso viene aperto al pubblico nella parte finale dell'esperimento abitativo mostrandosi come agglomerato spaziotemporale; le tracce dell'esperimento abitativo sopravvivono nell'incontro con il pubblico (Wasted).
L'incontro ha un andamento caotico, dilatato su diverse ore.
Un piccolo quartiere, generatore di suono. Baracche vuote, traslochi o "visite a se stessi". Abitanti sedentari e con tendenze nomadi, che ricostruiscono e smontano in funzione dei propri desideri di contatto o di attenzione (Warning). Intrusioni esterne (Wolf).

luglio 08
Riva fiume Savio
Happened
mk + Cristina Rizzo + Le Supplici

DIVANO OCCIDENTALE
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progetto sostanzasonora 05
produzione mk
in collaborazione con Xing

con: Philippe Barbut, Biagio Caravano, Laura Scarpini & guests
suono: Starfuckers da "Infinitive sessions" dbk 102
regia: Michele Di Stefano.
durata 40'

Divano occidentale è una seduta coreografica generata da una delle scene di Real Madrid ed evolutasi autonomamente. Come nel progetto principale, anche qui esiste un meccanismo governato da una lista di parole, che rinviano continuamente ad un discorso impossibile.
La natura di questa performance consente l'intrusione di personaggi esterni al suo precisissimo orologio interno, spesso ingaggiati sul luogo della rappresentazione.
Diwan è una parola araba che indica un consesso, ma anche un canzoniere, un contenitore per l'affiorare di presenze portatrici di contenuti imprecisati. I corpi sono in realtà occupati da qualcosa di inclassificabile e abitano tempi differenti; nessuno sembra avere rapporti con nessuno, se non nella ricerca di quei 'momenti giusti' che trasformano l'albergo delle immagini in una possibile rappresentazione, alla quale i corpi possono aderire o voltare le spalle.
Così l'apparente produzione di senso e di immagini permette al soggetto di rimanere altrove durante l'esposizione, in una sorta di costante pulsazione sonora che si situa ai bordi della cronologia spettacolare.
Quando la danza appare è sempre nel vuoto, evacuazione dal meccanismo.

FUNZIONE
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un progetto mk/sinistri in collaborazione con Xing

con: Philippe Barbut, Biagio Caravano, Laura Scarpini
Manuele Giannini chitarra
Roberto Bertacchini batteria
Alessandro Bocci elettroniche
Dino Bramanti elettroniche
regia: Michele Di Stefano
durata variabile


La collaborazione di mk con il gruppo Sinistri parte da una idea di alternanza e non di fusione. Due spazi attigui e identici ospitano il set dei musicisti da un lato e l'azione performativa dall'altro. Ad ogni pezzo di Sinistri succede un'attività silenziosa di mk. La partitura coreografica si occupa per prima cosa di considerare sia i musicisti che i danzatori come elementi di un'unica struttura dinamica, dove la qualità corporea di tutti è messa al servizio di un' azione che ha l'impatto di un concerto e lo sviluppo di un fatto scenico.
La soglia tra i due eventi contigui ha diversi livelli di permeabilità, da quello puramente fisico dei corpi applicati a funzioni diverse, a quello del riverbero tra due diverse scansioni del tempo, che condividono l'oscillazione continua nell'istante, una pulsazione asimmetrica che sostituisce l'idea di ripetizione con quella di ricorrenza.
L'organizzazione delle azioni è basata sulla riproposizione incessante di possibili attacchi (del suono e del movimento) e anche sulla incessante ridefinizione del patto ideale tra pubblico e performer, dando al tempo generale una caratteristica di perenne riavvio e continua partenza verso destinazioni che continuano a cambiare. La danza è assemblata e dissolta con velocità ed estrema accuratezza.

REAL MADRID
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progetto sostanzasonora 05
produzione mk - ESC electro-acoustic synthesis crew
Santarcangelo dei Teatri - festival Enzimi - l'Arboreto Mondaino
in collaborazione con Xing - Ass.cult.Mosaico - Spazio Tadini.

il sistema di acquisizione dati Kroonde è sviluppato da LaKitchen Parigi

con: Philippe Barbut, Rhuena Bracci, Biagio Caravano, Laura Scarpini, Mamadou Wade.
ESC: Lorenzo Bianchi, Michele Tadini.
uomini N: Marco Valerio Amico, Matteo Lanfranchi, Marco Maretti.
disegno luci: Vincenzo Dente.
coreografia: Michele Di Stefano.

durata 55'


Il progetto sostanzasonora è un lavoro di ricerca sulla produzione corporea di immagini e sulla loro vibrazione nel tempo, in un ambiente governato dalla asetticità di una scansione alfabetica e contemporaneamente invaso dalla massiccia presenza del suono.
Il lavoro è stato avviato dal gruppo Mk con la formazione di compositori ESC nel 2004 e ha debuttato in luglio 2005 al festival di Santarcangelo, rimanendo un fronte aperto con derive autonome (Divano occidentale) e continue oscillazioni di struttura e di organico.
Il progetto si affida ad una successione didascalica delle scene; il corpo diviene funzione di un ordine arbitrario ed elementare che sottolinea immagini casuali, o meglio le ospita e le contiene, rinviando ad un meccanismo linguistico, al solo scopo di far vibrare l¹impossibilità di un discorso.
Un numero -fino alla fine imprecisato- di persone entra ed esce dallo spazio della rappresentazione, accettando di passare attraverso quelle immagini che le parole circoscrivono ambiguamente.
Il corpo rivela la sua natura e la sua potenza solo mentre entra o esce dalla funzione, cede o si sottrae al lavorio della produzione spettacolare. L'intermittenza delle azioni coreografiche costruisce i corpi in una risonanza infinita, che sospende il senso e che permette al soggetto di rimanere altrove durante l'esposizione. Anzi, configura il soggetto come un continuo rinvio, fuori dal predominio dell'immagine e dei significati . E¹ un recupero di ambiguità nell'evidenza elementare della materia; la materia è sostanza riverberante, volume e cavità, significanza pura; su questo piano il suono che incontra il corpo lo modifica e ne e¹ modificato, dialogando sul piano dell'attacco e della vibrazione che ne consegue.
I corpi, nel loro aderire o voltare le spalle alla rappresentazione, sono occupati da qualcosa che sibila sulla superficie di tutte le figure: una crepa attraverso la quale essi scivolano da un tempo all'altro, precipitano fuori dalla cronologia per incontrare la penetrabilità del suono, che è il primo habitat dinamico della coreografia.
La danza appare nell'accettazione della penetrabilità e della perdita. Si rivolge, per generarsi, al presentimento che precede ogni attacco.

 

FORTEZZA
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Sotto il nome di Fortezza sono raccolti episodi spettacolari isolati, nei quali il contenitore, la durata e la modalità di fruizione costituiscono l'oggetto principale della rappresentazione. I contenuti delle performance sono spesso derive o decontestualizzazioni delle ricerche corporee in corso, calibrate in contesti particolari come i padiglioni e.Bo Infobox in Bologna o collocate all'interno di altri percorsi coreografici, come nel caso del progetto Mahabharata di Fabrizio Favale/Le Supplici..


Marzo 02
Safari
Palazzo delle Esposizioni Roma
con Cristina Rizzo

Marzo 02
Safari
Palazzo delle Esposizioni Roma
con Sistemi dinamici altamente instabili

Gennaio 04
Fortezza
Urban Frame – e.Bo Infobox Bologna
con Daniela Cattivelli e Fabrizio Favale

Febbraio 06
105 cugini in Mahabharata – Episodio II
di Le Supplici
Museo Civico Archeologico Bologna
con Florin and Nanou

Aprile 07
Richard Meier
Museo dell'Ara Pacis Rome
con Elio Castellana, Daniela Cattivelli e Stefano Jorio

Giugno 08
Fortezza        
Acquario - Cartiere Boimond - isola del Liri
mk + guests

Settembre 08
Fortezza
Bestiario festival/The inspired by Drome night,
ex mattatoio di Testaccio - Roma

BIRD WATCHING
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progetto 2003/04 - a cura di mk
con il sostegno di Armunia festival, Castiglioncello e Enzimi festival,
Roma

debutto: aprile 03 festival Danae, Milano.

tappe successive: Primavera dei Teatri, Cosenza - Armunia, Castiglioncello - OrienteOccidente, Rovereto - Enzimi, Roma - Work Art TV, Trento - Raum, Bologna - Cantieri Goldonetta, Firenze, Festival Interplay, Torino.
durata variabile: da 20' a 45'


Avviato con una performance della durata di due ore, in uno spazio commerciale del centro di Milano, in cui i danzatori agivano solo dopo aver raggiunto la certezza di non essere visti, il progetto ha cercato diverse strategie spettacolari. Esso si sviluppa per tappe, moduli che utilizzano di volta in volta collaborazioni e strategie differenti, per raggiungere la medesima tensione, incentrata sullo strano desiderio del performer di ottenere contemporaneamente il massimo livello di comunicazione e la massima impenetrabilità. Due danzatori incappucciati (Biagio Caravano e Laura Scarpini) agiscono in uno spazio essenziale, illuminato dal riflesso della luce. Nelle ultime versioni del progetto, le loro azioni vengono presentate e descritte al microfono dal coreografo stesso. Il senso della coreografia è abolito nell'attraversamento di ambienti dinamici costruiti su arbitrarie limitazioni di senso: tentativi di comunicazione resi parossistici dalla eccessiva aderenza a sistemi di segno fittizi, una gestualità che si scontra con il vuoto del discorso, cenni che cercano ambiguamente un impatto formale. Tutto ambisce all'estrema evidenza; l'evidenza è l'ambivalenza: ciò che viene prima dei significati. (body of evidence) E il volto nascosto rende la pelle del performer abbacinante.

ADDOMINALE BIANCO
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produzione: mk 2002
con il sostegno del Teatro Metastasio - Stabile della Toscana
debutto: maggio 2002 - Teatro Il Fabbricone, Prato.

con: Philippe Barbut, Biagio Caravano, Michele Di Stefano, Laura Scarpini.
musica & live el.: Paolo Sinigaglia.
disegno luci: Vincenzo Dente.
coreografia: Michele Di Stefano.
durata: 40'


Spettacolo sbigottito. Il corpo è sopraffatto da un ardore senza sbocchi. La figura non si placa nel riconoscimento di sé o nella certezza di un discorso. Al contatto e al movimento è semplicemente richiesto di informare la superficie. La superficie ignora gli equivoci della volontà, sta lì: è luminosità, colore epidermico senza disegno; non più organizzazione ritmico gestuale, ma scintillio globale. Il corpo si compie nell'assorbimento, nel tentativo di sottrarre opacità all'ineluttabile. Non si allude a nessuna impossibilità, ma si compie un desiderio costante, sempre mal collocato, di inventare una nuova possibilità nell'atto. Tutto ciò solo per permettere ad una ottusità nuova di forgiarsi per un attimo senza memoria né storia.

ZERO MOSES
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produzione: mk 2001.
debutto: maggio 2001 - Piccolo Teatro Studio, Milano nell'ambito di una personale dedicata al gruppo dal Festival Teatri90 danza.

Ogni rappresentazione prevede la presenza di un "intruso" nello spazio scenico.

con: Philippe Barbut, Biagio Caravano, Michele Di Stefano, Laura Scarpini.
musica & live el.: Paolo Sinigaglia.
disegno luci: Vincenzo Dente.
coreografia: Michele Di Stefano.
durata: 33'.


In questo lavoro il campo ritmico generato dal suono e dalla luce è tutto fuori, alla ricerca di una forza che coincida con l'intensità arbitraria di continui smarrimenti. Il corpo sperimenta una radura selvaggia; oppure trova una sua identità sbilenca, da vaudeville. * Zero Moses, nome e cognome di un atto senza personaggi, parte dal presupposto che una fortezza sia stata abbandonata per sempre, e si colloca nel momento esatto in cui il patriarca esce dal palazzo, il licaone esce dalla gabbia.

MK ULTRA
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produzione: mk 2000
debutto: maggio 2000 Teatri90 danza - Teatro Franco Parenti, Milano.

presente nel 2001 a Corpo sottile, rassegna internazionale sulla nuova coreografia europea, Link Bologna.

con: Philippe Barbut, Biagio Caravano, Michele Di Stefano, Laura Scarpini.
musica & live el.: Paolo Sinigaglia.
disegno luci: Vincenzo Dente.
coreografia: Michele Di Stefano.
durata 22'


Materiali d'indagine di mk ultra sono la trasformazione degli stati corporei, lo spaesamento nel rapporto tra gli spazi interni del corpo e le traiettorie di movimento. Il lavoro sui flussi di energia e sui dettagli delle membra costruisce una partitura che rimane sempre instabile e liquida; la coreografia cerca allora un bilanciamento interno e una  comunicazione nel rapporto di forze tra i tanti luoghi attraversati dai corpi, luoghi che non sono mai forme' ma qualità' visionarie, differenze percettive.

E-INK
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produzione: mk 1999
in collaborazione con Festival Teatri 90/Ref.
debutto: febbraio 1999 Teatri90 festival - Teatro Franco Parenti, Milano.

lo spettacolo ha avuto più di 70 repliche in Italia e all'estero.

con: Biagio Caravano, Michele Di Stefano.
musica: Paolo Sinigaglia.
disegno luci: Vincenzo Dente.
coreografia: Michele Di Stefano.
durata: 12'


Questo lavoro nasce dalla curiosità per le modalità di trasmissione dei messaggi oracolari e divinatori che, pur essendo formalmente precisi, sono il prodotto di una destabilizzazione. Esatta ed ambigua ad un tempo, la loro comunicazione é organizzata sul momentaneo addomesticamento di ciò che per sua natura desidera essere continuamente riscritto, reinventato. E frainteso. Forse nel cambiamento costante degli stati corporei, nel loro rimescolio non consequenziale, è possibile avvicinarsi a questo punto di vista non ordinario, alle potenzialità compositive di una scrittura mutante come gli inchiostri elettronici del futuro prossimo, ma che può essere letta solo come presentimento.